‼️ “HA PERSO TUTTO, MA LE PROVE SONO…” PARLANO GLI AVVOCATI DI SEMPIO
Un nuovo capitolo si apre nel mistero di Garlasco, con l’attenzione rivolta su Andrea Sempio, un uomo di 37 anni che si trova al centro di un’indagine riaperta dalla Procura di Pavia. Le sue vite, già devastate da un’accusa infondata, rischiano di collassare sotto il peso di un sospetto che, secondo i suoi avvocati, non ha alcuna base concreta. Massimo Lovati e Angela Taccia, legali di Sempio, denunciano una gogna mediatica che ha distrutto la sua reputazione, portandolo a perdere la casa e a fronteggiare gravi difficoltà lavorative.
“Siamo di fronte a una macchina che può distruggere chiunque,” afferma Lovati, evidenziando la pressione insostenibile che il suo assistito sta subendo. Andrea è diventato un nome in un titolo di giornale, e ora vive nel terrore di essere giudicato colpevole senza prove. La comunità di Voghera lo osserva con sospetto, mentre lui si ritrova costretto a fare le valigie, allontanato dalla sua casa a causa dell’attenzione mediatica.
Ma quali sono le prove contro di lui? Secondo la difesa, le analisi del DNA, che dovrebbero legarlo al crimine, sono fragili e infondate. “Si gioca con la vita di una persona,” tuona Lovati, sottolineando che le tracce utilizzate per accusare Sempio non sono affidabili e che l’intero impianto accusatorio è costruito su elementi generici e controversi.
La questione più inquietante resta: in un sistema che dovrebbe garantire giustizia, è giusto che un sospetto possa distruggere una vita? Andrea Sempio è un uomo innocente, ma la sua esistenza è stata stravolta da un’accusa che potrebbe non avere alcuna prova solida a sostegno. Questo caso solleva interrogativi profondi sulla giustizia e sulla protezione degli innocenti. La verità deve emergere, ma non a scapito di chi non ha ancora avuto la possibilità di difendersi.