**MELONI SOTTO ACCUSA: IL PONTE DI MESSINA COME SPESA NATO PER AGGIRARE IL 5%?**
In un clamoroso sviluppo politico, Giorgia Meloni è accusata di tentare di far passare il controverso progetto del ponte di Messina come una spesa NATO, una manovra audace per aggirare l’obbligo del 5% di spesa per la difesa. Secondo fonti giornalistiche, l’idea sarebbe quella di classificare l’infrastruttura come strategica per il trasporto di truppe e mezzi militari, sollevando interrogativi sulla legittimità e sull’intento di tale proposta.
Critici e analisti avvertono che, se accettata, questa strategia potrebbe aprire la porta a una serie di spese surreali, dove qualsiasi opera pubblica potrebbe essere giustificata come necessaria per la sicurezza nazionale. “Se il ponte diventa una spesa NATO, allora anche un buco nella strada potrebbe essere considerato tale”, ha commentato un esperto, sottolineando il rischio di una deriva fantasiosa nelle spese pubbliche.
La questione si complica ulteriormente con le cifre: per raggiungere il 5% di spesa per la difesa entro il 2035, si parla di una necessità di 700 miliardi di euro, cifra contestata da molti che la considerano esagerata e infondata. La sinistra è pronta a scatenarsi contro questa manovra, accusando il governo di usare il ponte come una scusa per giustificare spese insostenibili.
Mentre il dibattito infuria, Meloni difende la sua posizione, affermando che un aumento della spesa per la difesa è “necessario e giusto”. Tuttavia, la reazione dell’opinione pubblica e dei politici sarà cruciale nei prossimi giorni. La proposta di trasformare il ponte di Messina in una spesa NATO potrebbe rivelarsi una mossa rischiosa, con potenziali ripercussioni a livello europeo. Rimanete sintonizzati per ulteriori aggiornamenti su questa storia in rapida evoluzione.