MELONI PORTA SENALDI IN TRIBUNALE PER 100 MILIONI – LA VERITÀ È DEVASTANTE!

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**MELONI PORTA SENALDI IN TRIBUNALE PER 100 MILIONI – LA VERITÀ È DEVASTANTE!**

Oggi, un drammatico confronto ha avuto luogo a Montecitorio, dove la Premier Giorgia Meloni ha presentato una causa da 100 milioni contro il giornalista Pietro Senaldi, accusato di diffamazione e violazione dei diritti umani. La tensione era palpabile mentre Meloni, con la schiena dritta e la cartellina rossa in mano, ha denunciato l’impatto devastante dei tagli al sistema sanitario sui bambini più vulnerabili d’Italia. “Non stiamo parlando di numeri, ma di sopravvivenza”, ha affermato, mostrando dati inquietanti che rivelavano come oltre 2 milioni di bambini rischiano di perdere l’assicurazione sanitaria.

L’atmosfera si è infuocata quando Senaldi ha risposto con un commento gelido: “Lo Stato non ha budget per i traumi emotivi della popolazione”. Una frase che ha scatenato reazioni immediate tra i parlamentari, mentre Meloni ha ribattuto, sottolineando che si tratta di diritti umani, non di spiccioli da risparmiare. Un video del 2021, che mostrava Senaldi deridere le famiglie in difficoltà, ha riacceso l’indignazione sui social, trasformando il dibattito in un boomerang di indignazione.

La causa legale, presentata alla Corte Costituzionale, non si limita a difendere la reputazione di Meloni, ma rappresenta una battaglia simbolica per tutte le categorie invisibili derise dal giornalista. La tensione è aumentata quando è emersa una registrazione clandestina in cui Senaldi ammetteva di voler provocare esplosioni mediatiche, rivelando una strategia di delegittimazione premeditata.

Mentre il processo prosegue, la piazza di fronte al tribunale si è riempita di sostenitori, con cartelli che proclamano: “Questa non è solo la sua lotta, è il nostro diritto a sopravvivere”. Meloni ha trasformato il suo silenzio in un potente simbolo di resistenza, mentre il giudice ha richiamato l’attenzione sull’importanza di proteggere i diritti umani. La battaglia legale di oggi potrebbe segnare un nuovo capitolo nella lotta per la dignità e la giustizia sociale in Italia.